Per quanto breve, non si può certo dire che il nostro passaggio per Vitoria non sia degno di menzione. Ci ha accolto in una giornata di sole, sole che è stato riservato unicamente al nostro arrivo. Il mattino seguente infatti ha portato nuvole, pioggia e freddo (lo so che mi lamento sempre, ma passare da 38 a 14 gradi in un giorno, vi assicuro che è un bello shock). Ricorderò anche per molto tempo quello che definirei uno dei peggiori pasti della mia vita. L'albergo è situato in un area industriale, che sicuramente d'inverno sarà vivissima, ma che durante il periodo estivo sembra un villaggio fantasma hi-tech (giapponesi della foto a parte). Un enorme labirinto di viali e rotonde costeggiati da fabbriche ed uffici chiusi, tanto che la sera, avessimo avuto due macchine, ci saremmo dati alle gare clandestine, ma alla fine la macchina a noleggio e soprattutto il fatto che fosse l'unica che avevamo, ci hanno fatto desistire.
Comunque una sera abbiamo optato per l'unico posto che forniva cibo nell'intera area (Telepizza a parte) e senza accorgercene siamo finiti un una locanda per camionisti.
Avete presente quando entrate in un locale fumoso e pieno di gente ed in un istante scende il silenzio e tutti vi fissano con sguardi poco amichevoli? Beh, se la risposta è no, allora siete più fortunati di noi. Il tasso alcolico dei presenti era decisamente alto, e diciamo pure che il più piccolo di loro avrebbe potuto usarci tranquillamente come bastoni da passeggio (chi mi conosce sa che non sono esattamente, come dire... minuto?).
Una scorbuticissima cameriera ci ha decantato l'intero menu al ritmo con cui Bolt corre i 100 mt, ignorando i nostri lamenti e soprattutto il fatto che non capivamo una sola parola di quello che diceva, ed appena finito è restata muta, in attesa fissandoci negli occhi. Reputando che irritare la cameriera scorbutica di un locale di quel genere non fosse la più brillante delle idee, abbiamo ordinato assolutamente a caso, affidandoci alla fortuna. Onestamente non so che dire, magari la fortuna ci ha assistito ed il resto era (ancora) peggio, ma sicuramente non voglio sapere cosa erano quegli strani pezzi che galleggiavano nella zuppa di patate (sempre che fosse una zuppa di patate!!!). Tempo totale della cena, dall'ingresso nel locale "accogliente" all'uscita, sigaretta compresa: 25 minuti netti (e tanta voglia di un BigMac!).
Tornati in albergo sani e salvi, con la scusa di averla scampata, ci è toccato disinfettare i nostri maltrattati stomaci con abbondante Vodka, cosa che, detto tra noi, credo ci abbia anche salvato da incubi notturni legati alla cena e non...
Purtroppo siamo riusciti a visitare la non proprio vicina città solo l'ultimo pomeriggio, scoprendo la capitale Basca una cittadina medievale (nasce nel 1100) deliziosa, con vicoli che si inerpicano tra strette case ornate di Miradores, i caratteristici balconi a sporto. La passeggiata è stata molto piacevole, e finalmente seguita da un'abbondante e spettacolare cena in una piccola taverna.
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Even if too short, one can hardly say that our transition to Vitoria is not worthy of mention. We were welcomed into a sunny day, the sun was reserved only for our arrival. The next morning it brought clouds, rain and cold (I know I always complain, but from 38 to 14 degrees in one day, I assure you that it is a shock). I will remember for a long time what I would call one of the worst meals of my life. The hotel is located in an industrial area, which surely will be lively in the winter, but during the summer, looks like a ghost-hi-tech-town (Japanese in the photo are apart). A huge maze of alleys and round lined offices and closed factories, so that at night, if just we had two cars, we would be set on illegal races, but the rental car and the fact that it was the only one we had, made us give up.
However one night we opted for the only place that provide food in the whole area (Telepizza part) and, without noticing, we got one that was a sort of inn for truckers. Do you know when you come into a smoky room full of people and instantly falls silent and everyone is staring at you with looks unfriendly? Well, if the answer is no, then you are more fortunate than us. The rate of alcohol present was quite high, and add that even the smallest of them could easily use both us as walking sticks (who knows me knows that I am not exactly, shall we say ... minute?).
A very cantakerous waitress has praised the full menu at the rate that Bolt runs the 100 meters, ignoring our complaints and the fact that we did not understand a single word of what she said, and just finished has remained silent, staring in waiting eyes. Grounds that irritate the cantakerous waitress in a place like that was not the brightest of ideas, we ordered quite at random, trusting to luck. I honestly do not know what to say, maybe the luck helped us and the rest was (even) worse, but I really don't want to know what were those strange pieces floating in the potato soup (if it were a potato soup !!!). Total time for the dinner, from entering the "friendly" local to the escape, cigarette included: 25 minutes (and a great desire for a BigMac!).
Back in the hotel safe and sound, with the excuse of having survived it, we had to disinfect our abused stomachs with plenty of Vodka, which, between ourselves, I think that has also saved us from nightmares related to the dinner and not ...
Unfortunately we could visit the "nearby" town only the last afternoon, discovering the Basque capital as a delightful medieval town (born in 1100), with narrow streets that climbs up between houses adorned with Miradores , the characteristic balconies. The walk was very pleasant, and finally followed by abundant and spectacular dinner in a small tavern.
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